SPETTROFOTOMETRO
IL NOSTRO LABORATORIO È DOTATO DI DIVERSE APPARECCHIATURE IN GRADO DI SODDISFARE SVARIATE ESIGENZE DI ANALISI CHIMICA E ANALISI METALLOGRAFICA.
Che cos’è uno spettrofotometro e a cosa serve?
Lo spettrofotometro è uno strumento che serve per leggere le assorbanze delle soluzioni ad una certa lunghezza d’onda e per stimarne la concentrazione (in maniera assoluta o relativa).
Questo strumento ha un’importanza rilevante nelle analisi chimiche, biologiche, e di laboratorio, in quanto viene utilizzato per verificare la qualità del campione preso in esame. Questa tecnica trova applicazione nella determinazione qualitativa e quantitativa di numerose sostanze nel campo chimico, ambientale, farmaceutico ed alimentare.
Il nostro laboratorio chimico è dotato di uno spettrofotometro Jenway 6300.
Cosa possiamo analizzare o determinare noi della Metalcoating?
- misurazione dell’assorbimento luminoso di una sostanza
- analisi qualitativa, semi quantitativa e quantitativa di una concentrazione. Per misura qualitativa si intende la determinazione della presenza o meno di una sostanza caratterizzata da uno specifico assorbimento luminoso; per semi quantitativa o relativa si intende lo stimare un eventuale diverso rapporto di concentrazione tra diversi campioni identificando quelli maggiormente ricchi (od impoveriti) della sostanza in esame. Per misura quantitativa si intende invece la stima esatta del contenuto di un dato elemento (misura effettuabile tramite compilazione di una curva di calibrazione e disponibilità di standard a concentrazione nota).
Caratteristiche dello strumento
- in grado di coprire una vasta gamma di lunghezze d’onda, in particolare da 320nm a 1000nm.
- Presenta diverse modalità di misurazioni quali misura per assorbanza, per la % di trasmittanza e della concentrazione.
- la capacità di interfacciamento per l’uscita analogica e seriale (RS232).
- Il sistema ottico alloggiato in modo indipendente ed isolato da lenti per dare la massima protezione dalla contaminazione ambientale.
- dotato di una struttura meccanicamente rigida che permette di fornire un sistema veloce di warm-up, low drift ed elevata affidabilità.
Principio di funzionamento
Ci sono quattro componenti principali di uno spettrofotometro. Questi sono una sorgente di luce per emettere una quantità elevata e costante di energia nell’intervallo di lunghezze d’onda completa; un metodo per separare la luce in lunghezze d’onda discrete; un supporto del campione e un rivelatore di luce.
La luce dalla lampada alogena al tungsteno pre-concentrata è focalizzata su un reticolo con 1200 linee per millimetro, che separa la luce in lunghezze d’onda discrete. Lo spettro della luce diffratta passa poi attraverso un’ulteriore fessura e una lente prima di passare attraverso il campione, disposto nella camera, da sinistra a destra. La luce non assorbita dal campione viene trasmessa attraverso una lente di raccolta e sul rilevatore di segnale. Il rivelatore è un fotodiodo ed è montato direttamente sul PCB rivelatore che viene utilizzato per calcolare la % di trasmittanza. Il risultato viene visualizzato sia come % trasmittanza o assorbanza sul display dello strumento. Il campione viene misurato ad una data lunghezza d’onda in un punto, nel tempo.
Esiste inoltre la modalità di misura della concentrazione che permette semplici misurazioni di concentrazione. In questa modalità di misurazione è possibile calibrare rispetto ad uno standard, a concentrazione a nota, od utilizzare uno standard interno, come fattore noto. Anche in questo caso il campione viene misurato a una data lunghezza d’onda in un punto, nel tempo.
Teoria della spettroscopia
La spettroscopia UV-visibile è la misura della assorbanza di luce ad una lunghezza d’onda specifica in un campione. Questo è utilizzato per identificare la presenza e la concentrazione di molecole all’interno del campione. La legge di Beer-Lambert viene utilizzata per correlare l’assorbimento della luce con le proprietà del campione attraverso il quale la luce passa attraverso. La legge di Lambert-Beer afferma che:
Questa legge dimostra che l’assorbanza è lineare alla concentrazione, ma questo è vero solo per basse concentrazioni. Per livelli di assorbanza superiori a 3 la concentrazione inizia ad allontanarsi dalla relazione lineare.